Attualità

Radio InBlu ospita Giuseppe Scognamiglio

Giuseppe Scognamiglio, diplomatico, direttore della rivista di geopolitica EastWest e docente di scenari geopolitici e rischio politico presso l’Università LUISS di Roma, è intervenuto ai microfoni di InBlu2000 per discutere alcuni temi di attualità.

Scognamiglio è intervenuto parlando dell’imminente insediamento di Donald Trump, presidente eletto in procinto di iniziare il suo secondo mandato da capo di stato degli Stati Uniti d’America.

“La mia vera preoccupazione, in realtà, è a monte. Io non capisco come la classe dirigente americana non riesca più a selezionare dei candidati credibili per la Casa Bianca e non mi riferisco solo a Trump, ma anche a Biden. Com’è possibile che tutto il mondo si fosse accorto che non era un candidato all’altezza prima che loro stessi decidessero di cambiarlo?
Per quanto riguarda Trump, pur sembrando culturalmente improvvisato, ritengo non faccia danni epocali. Ho infatti fiducia nella capacità di resistenza e di filtro dell’Amministrazione americana”,
ha dichiarato, riflettendo sui futuri scenari globali legati alla politica statunitense.

L’esperto di politica internazionale ha anche analizzato le dinamiche che hanno caratterizzato il rilascio di Cecilia Sala, sottolineando il contributo delle principali figure diplomatiche coinvolte:

“Tutti hanno parlato di gioco di squadra, farei tre nomi su tutti, nella diplomazia italiana: Fabrizio Saggio, consigliere diplomatico di Giorgia Meloni, con una conoscenza approfondita degli Stati Uniti. Il secondo nome è quello di Maria Angela Zappia, ambasciatrice a Washington, che è da dieci anni negli Stati Uniti, prima alle Nazioni Unite e poi nella capitale. Il terzo nome è quello di Paola Amadei, ambasciatrice a Teheran, una diplomatica di lungo corso, tenace negoziatrice, leale, che sicuramente ha giocato un ruolo fondamentale”.

Sul ruolo della Santa Sede, ha poi aggiunto: “Per quanto riguarda le modalità, anche se è stato smentito, secondo me è chiaro che ci sia stata un’operazione di scambio con Abedini e che le due cose siano collegate. Un ruolo l’ha avuto anche la Santa Sede e non è una novità nel panorama della gestione degli ostaggi. C’è però una novità rispetto alla gestione tipica di un negoziato come questo: l’intervento della Premier, che ha dimostrato coraggio, dote non comune tra i politici”.

Infine, ha evidenziato il contesto in cui si muove il regime iraniano, affermando che “il regime degli ayatollah in Iran sta vivendo una stagione di grandissima difficoltà”, tracciando così il quadro complessivo delle dinamiche internazionali legate all’operazione.

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio